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LE FONT E LA SUA STORIA

LE FONT E LA SUA STORIA

Quanto è divertente scegliere un font per la comunicazione della propria attività? Ma sappiamo qual è la sua importanza? 
Scoprilo con noi!
La scelta di un font è un momento delicato perché darà identità e “carattere” alla nostra attività.
Non esistono font giusti o sbagliati (a parte il Comic Sans e Brush Script!!!), esistono font adeguati e non adeguati al nostro progetto.

Facciamo un piccolo viaggio nella storia della Font (al femminile se siamo in ambito grafico, al maschile se siamo in ambito informatico) e iniziamo con il “tanto odiato” da noi grafici, il COMIC SANS.
Nato nel 1995 per dare voce ad un cagnolino di nome Rover, assistente virtuale del software Microsoft Bob, aveva la funzione di avvicinare bambini e neofiti al computer.
Dalle forme giocose, si ispira al mondo dei fumetti, viene definito “sbagliato” perché sborda dalle vignette e, quindi, inutilizzabile per la sua funzione iniziale. Venne però largamente utilizzato in Microsoft per l’invio di email goliardiche per feste ed eventi.
Deve la sua ampia diffusione al suo inserimento in Windows 95.

Scopriamo ora quali sono alcune delle Font più famose della storia.

GARAMOND, 1530.
Deve il suo nome al tipografo Claude Garamond, elegante e super leggibile è il carattere per eccellenza dell’editoria grazie al suo scarso contrasto tra “aste verticale e aste orizzontali”.
Negli anni sono state fatte diverse rivisitazioni, nel 1958 Giulio Einaudi vuole dare una nuova veste grafica alle sue edizioni e nasce il Simoncini Garamond con cui molti libri sono scritti ancora oggi. Negli anni ‘80 Apple lo adotta come carattere ufficiale introducendo l’Apple Garamond, una variante condensata all’80% dell’ITC Garamond creato da Tony Stan nel 1977.

BODONI, 1798.
Definito il primo Font Moderno, fu disegnato da Giambattista Bodoni, direttore della Tipografia Reale di Parma, questo carattere presenta un forte contrasto tra aste sottili dritte e aste verticali spessissime e ha le 4 virtù fondamentali definite da Bodoni per un alfabeto: regolarità, bellezza, nitidezza, buon gusto.
Ancora oggi, questa font è un simbolo per la città di Parma e tra i caratteri più utilizzati nell’editoria. Un font per logo? Una risposta: Bodoni. Numerosi marchi lo hanno scelto per la loro brand identity: Vogue, Lancia e Valentino.

FUTURA, 1927.
Hai mai sentito parlare di Futura-mania? Un carattere, un’ossessione! Un font famoso oltre i confini lunari. Ti ricordi la targa lanciata sulla luna nel 1969 dagli astronauti dell’Apollo 11? È proprio incisa in Futura.
Paul Renner disegna il Futura per la fonderia Bauer di Francoforte ispirandosi all’estetiche del costruttivismo sovietico e del Bauhaus.
Un font moderno, dall’impianto geometrico rigoroso, basato sulle tre forme geometriche essenziali: il cerchio, il quadrato e il triangolo. Un font disegnato per promuovere la semplicità e l’industrializzazione.
Il futura è il carattere ufficiale della propaganda nazista/antinazista e delle Olimpiadi di Mosca del 1980, compare nel logo della RAI e nel Sistema Ferroviaro italiano e in locandine di film, come “V per vendetta” e “American Beauty”. Kubrick lo utilizza nell’introduzione di “2001: Odissea nello spazio”.

HELVETICA, 1957.
Cosa accomuna Harley Davidson, Coca-Cola, Skype e Lufthansa? Ebbene si: l’Helvetica.
Una font professionale che per la sua neutralità (come suggerisce il nome, Helvetia, Svizzera in latino), si pone a servizio del contenuto.
Questo carattere viene creato da Max Miedinger e, grazie a Massimo Vignelli, dal 1989 diviene il carattere ufficiale per la segnaletica di New York. Nel 1984 Macintosh lo include nella grafica digitale.
Semplice, essenziale. Un font moderno e innovativo per il suo modo di concepire il design, come la comunicazione obiettiva di un’idea. 
Un font “banale” o “senza tempo”? Parere personale? Lo amo!

UNIVERS, 1957.
Creato da Adrian Frutiger, dotato di un’innegabile abilità tecnica e con l’ambizione “di ottenere la migliore leggibilità possibile”, nel 1957 disegna Univers sulla base dell’Akzidenz Grotesk (fine del XIX secolo) e di schizzi realizzati durante i suoi studi a Zurigo.
Fino a quel momento un carattere tipografico veniva progettato in uno o due grassetti, per poi essere esteso ad altri formati, a volte da tipografi diversi. Adrian Frutiger disegna invece un’intera famiglia di caratteri coerenti, composta da 21 serie (corsivo, grassetto, condensato…) designate da numeri e pensate per armonizzarsi. Univers segna una svolta che spiana la strada al digitale. “Preannuncia la maniera sistematica in cui concepiamo la tipografia oggi”, spiega François Rappo.
Per promuovere la sua novità, la fonderia Deberny & Peignot rappresenta la famiglia di caratteri con un diagramma che ricorda la tavola periodica degli elementi. Univers riscuote subito un successo planetario: viene adottato in particolare dalle macchine da scrivere dell’IBM e Adrian Frutiger si guadagna una certa fama.
Ovviamente questi sono solo alcuni dei font più famosi, abbiamo voluto mettere a focus alcuni dei nostri preferiti, per la loro storia e per il loro utilizzo.

Vuoi rinnovare la tua Corporate Identity e darle “carattere”?
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